Cantalupo in Sabina


  • Cantalupo in S. dista circa 60 Km da Roma e 40 da Rieti, sulla via Ternana (SR 313), e sorge su un colle tra gli Appennini ed il Tevere


  • Altezza:


    297m s.l.m.

  • Superficie:


    10,62km²

  • Popolazione:


    ~1.652

La nostra storia


Cantalupo in Sabina sorge sui resti di ville di epoca romana e sulle fondamenta di due villaggi nati dopo la caduta dell’impero romano, i cui abitanti tra l’VIII e il IX sec. dettero origine, sul punto più alto del territorio, al Castrum Cantalupi, citato per la prima volta nel 1037 nel Regesto Farfense.
I Conti di Cunio ne furono i primi consorti: costruirono la Rocca, che nel 1278 entrò a far parte dei possedimenti della Santa Sede, con il giuramento di fedeltà della popolazione al Papa Niccolò III (1277 - 1280).
Successivamente, i conti di S. Eustachio (sec. XIII e XIV) danno vita al "Palatium", poi subentrano i Savelli sino al 1566, quando Paola Savelli, figlia di Tullo Ostilio, sposa Marcantonio Cesi di Acquasparta e di Rignano, portando come dote il Feudo di Cantalupo, stimabile in 8.000 Scudi. Marcantonio muore nello stesso anno del suo matrimonio, lasciando erede del castello formalmente il fratello Paolo Emilio, ma di fatto lo zio Pierdonato, allora Vescovo di Narni, che trasforma il castello in palazzo residenziale. Alla morte di Francesco Maria Cesi, ultimo del suo ramo, i beni andarono in eredità ai Cesi di Acquasparta, che nel 1697 li cedettero a Guido Vaini, marchese di Vacone, per 56.000 scudi. Il suo successore, Girolamo, morì senza eredi diretti e, quindi, la proprietà del feudo passò alla sorella Angela Maria, vedova di Luigi Lante della Rovere, il cui figlio, Filippo Lante della Rovere Vaini, quarto Duca di Bomarzo, fu il primo a fregiarsi del titolo di Principe di Cantalupo. I Lante della Rovere hanno tenuto il feudo fino al 1804, quando il sesto Duca di Bomarzo, Vincenzo, in serie difficoltà economiche, lo vendette al Patriziato Sabino per 40.000 scudi. Si successero come proprietari il Marchese Filippo Simonetti, Pietro Bruno di San Giorgio, il Principe
Enrico Felice de Podenas, cui Gregorio XVI riconobbe il titolo di principato. Nel 1862, Ruggero De Podenas alienò l’intero feudo a Giovanni Battista Camuccini, figlio del Pittore neoclassico Vincenzo, che acquistò l'intera proprietà.

Cantalupo in Sabina


Cantalupo in S. dista circa 60 Km da Roma e 40 da Rieti, sulla via Ternana (SR 313), e sorge su un colle tra gli Appennini ed il Tevere, sviluppandosi con forma radio centrica verso la valle del Calentino, immerso in un paesaggio tipicamente sabino, ricco di olivi e incontaminato: lo stesso paesaggio che vedevano i Romani che qui, soprattutto in epoca imperiale, hanno costruito importanti ville rustiche, o che ha fatto da sfondo ai quadri rinascimentali.
L’impianto urbanistico è quello tipico medioevale, precisamente “a cupola”: dal nucleo centrale posto in cima a un poggio si costruiscono le prime case attorno, che fanno anche da cinta muraria, e in seguito se ne aggiungono altre a formare successive cinte murarie concentriche. Spiccano il Palazzo Baronale, nella sua forma rinascimentale, la Chiesa settecentesca di Maria Santissima Assunta in Cielo, il cosiddetto Borgo, di epoca seicentesca e la chiesa rurale di Sant’Adamo, risalente al Mille.
L’agricoltura e il commercio caratterizzano questo piccolo borgo di circa 1.700 persone.

Cosa vedere

Palazzo Cesi-Camuccini

La rocca di Cantalupo fu edificata su una preesistente villa romana e modificata dai diversi signori: i Savelli le impressero un aspetto severo che il Cardinal Pierdonato Cesi, tra il 1566 e il 1579, volle cambiare trasformando il castello in palazzo rinascimentale.
Nella ricostruzione, rimasero integri i volumi originali del castello Savelli, compresi i torrioni d'angolo, mentre il prospetto venne arricchito di una facciata in travertino, su due livelli di portico e loggia, quasi un apparato architettonico teatrale, da attribuirsi a Giovan Domenico Bianchi, allievo del Vignola, che aveva già progettato il Palazzo Cesi a Acquasparta, simile al Palazzo di Cantalupo.
A piano terra, 5 sale furono fatte affrescare dalla bottega dei Fratelli Zuccari, con scene mitologiche e grottesche. Maestri del legno e artigiani del cotto realizzarono raffinati soffitti intagliati e pavimentazioni con disegni geometrici o araldici.
Il Palazzo, oggi proprietà dei Camuccini, discendenti del pittore Neoclassico, contiene cartoni originali delle sue opere.


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Parco Camuccini

Annesso al Palazzo Cesi-Camuccini, il Parco di oltre 3,5 ha, con alberi secolari, è a disposizione della cittadinanza e di chiunque ne voglia usufruire. Tra le varie attività all’aperto: corsi di yoga, corsi di pilates, corsi di meditazione, visite guidate, ippica. Per il ristoro, la Proloco ha allestito un piccolo chiosco-bar.


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Chiesa di Maria SS Assunta in Cielo

La chiesa, probabilmente opera dell'architetto Francesco Rosa anche se il disegno e la supervisione sembrano da attribuirsi all'architetto Carlo Fontana, è a una sola navata, a pianta ovale con abside semicircolare. L'Altare Maggiore, con colonne di cipollino verde e capitelli corinzi - che poggiano su basi marmoree con lo stemma della nobile famiglia Ricci, ormai estinta in Cantalupo - è abbellito da un quadro, racchiuso in cornici di marmo colorato, raffigurante la Vergine Assunta del 1753 e San Biagio.
Ai lati della navata si aprono due cappelline con arco a pieno centro. In quella di destra è collocato il Tabernacolo in marmo e bronzo, dalla tipica forma seicentesca, a colonnine sostenenti archi a tutto sesto decorati con festoni. Nella parte centrale dei timpani spezzati, rimangono cinque degli otto angeli che completano il bell'insieme in armonica linea.
Il pavimento a mattoni rossi, risalente all'ultimo restauro, ha coperto le preesistenti pietre sepolcrali con relative iscrizioni.


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Porta Maggiore e i "Bammocci"

È la porta principale del paese, nota anche come Porta dell'Orologio. Su di essa si trovano due statue, soprannominate "Bammocci", a figura intera - in marmo bianco e alte 1,20 metri - simbolo del comune: quella a sinistra rappresenta Mercurio, quella a destra Minerva - mancante della testa. La loro datazione sembra risalire al XVI secolo.
I cantalupani vengono anche soprannominati "Bammocciari" per il forte legame con le due statue e perché si narra che, un tempo, fu chiesto loro di scegliere tra l'acqua e i Bammocci e che essi preferirono questi ultimi.


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Chiesa di Sant’Adamo

La chiesa rurale sorge sul tracciato della Salaria Antiqua, a valle del paese, presso un vicus già noto in epoca romana e abitato fino all’alto medioevo. Nelle pergamene del 1150 che per la prima volta viene attestata la presenza della cappella di Sant’Adamo. In origine si presentava con facciata a capanna semplice, campanile a vela centrale e tre finestre rettangolari, sopra ed ai lati della porta d'ingresso, posta sul lato minore, verso occidente.
Fu ampliata nel secolo XV, assumendo l’attuale aspetto: navata unica, pitture tardogotiche, esempio importante e raro in Sabina e con l’entrata posta a Nord.
L’abside è distinto in due registri: nel superiore l’Incoronazione della Vergine tra Santi, tra cui Sant’Adamo; nell’inferiore, altri Santi.
Alle pareti ex voto dedicati a San Sebastiano, Madonne del latte, Madonna della Misericordia, Sant’Adamo.


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Chiesa di San Biagio fuori le Mura

La Chiesa e l’annesso Convento dei Carmelitani, lungo la strada provinciale Cantalupo-Casperia, a circa 600 metri dal centro storico, appartenevano ai Baroni Camuccini, che negli anni ’80 del secolo scorso li hanno venduti.
La Chiesa - a un'unica navata con volta a botte e tre cappelle per lato, con relativi altari forniti di tutte le suppellettili, decorate con tele del XVII secolo, non presenti in situ, per scelta dell’attuale proprietario- ha forma rettangolare, lunga 21 passi e larga 8 con facciata a capanna, ornata da pilastri binati di ordine dorico gigante. La porta centrale è sovrastata da una grande finestra rettangolare che illumina la navata centrale. Nel frontone triangolare, che chiude la facciata, compare lo stemma dei Cesi.
Sembra che il melone Cantalupo abbia questo nome, perché, dopo essere stato introdotto in Europa, nel XV secolo, dai Carmelitani provenienti dai paesi asiatici, nel Rinascimento fu coltivato e selezionato, assumendo l’aspetto e il sapore che oggi conosciamo, proprio presso la località di San Biagio, ad opera dei Carmelitani del Convento omonimo.


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Chiesa di San Girolamo

La chiesa fu costruita alla fine del sec. XV a chiusura del borgo, dalla compagnia di S. Girolamo, i cui membri vi avevano diritto di sepoltura come testimoniavano le iscrizioni andate distrutte, insieme con alcune tele, durante l’ultima guerra, quando i tedeschi in ritirata minarono l’edificio. Dopo la guerra fu ricostruita: nel 1952 le pareti laterali, nel 1968 il tetto e l'interno. Fu anche ricostruito il campanile a vela e l'altare maggiore secondo i canoni della nuova liturgia.
La chiesa fu ingrandita nel 1725, per prendere il posto della Parrocchiale in rifacimento, passando da una cappella rettangolare con unico altare dedicato al Santo cui è dedicata, a una pianta più ampia a croce latina con altare maggiore nell'abside e due cappelle laterali.
In tale Chiesa, nel 1867, sostarono i Garibaldini provenienti da Terni, alla testa dei fratelli Enrico e Giovanni Cairoli, che qui organizzano la Legione dei 70, comunicando l’ordine di combattimento contro l’esercito del Papa. Il 23 ottobre dello stesso anno avviene lo scontro a Villa Glori, a Roma, dove trova la morte Enrico Cairoli.


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Chiesa di San Francesco Saverio

La Chiesa di San Francesco Saverio è situata in località La Praterina, fuori del centro abitato. Fu costruita nel 1689 dalla Principessa Margherita Sforza Altamura Mansoli Colonna e da Giacinta Conti Cesi Duchessa di
Acquasparta. Passò varie volte di proprietà finché la Baronessa Emma D'Antoni la donò alla famiglia Verdone, proprietaria di un abitato nelle vicinanze, che la restaurò sia all'interno che all'esterno.
La Chiesa si presenta a pianta centrale, ottagonale con quattro lati più lunghi e quattro più corti; il soffitto è una cupola ellittica. Le somiglianze con la Chiesa Parrocchiale, e la contemporaneità degli edifici fanno pensare ad uno stesso autore o quantomeno alla stessa scuola romana.


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Affresco di San Vito

In località San Vito, in una zona di interesse archeologico, ma non ancora oggetto di studi, si ravvedono, in una proprietà privata, i resti, in perfetto opus reticulatum, di una villa romana di epoca imperiale. Su uno di tali muri è stato dipinto, forse nel 1300 o nel 1400, un affresco che rappresenterebbe San Vito, sotto il quale c’è un piccolo altare.


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Eventi

Festa di Sant’Adamo


La prima domenica successiva al 3 maggio


La prima domenica successiva al 3 maggio si svolge, come da secoli, la processione presso la Chiesa omonima, seguita da un pic-nic sul sagrato della Chiesa. La Fiera del bestiame da tempo, per motivi sanitari, invece, non si effettua più.


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Rassegna Cinematografica Parliamo di donne


Ultime due settimane di luglio


Ogni anno è dedicata a un tema (Donne e politica, Donne e arte, ecc.). Dopo un apericena si proietta il film e alla fine si svolge il dibattito tra il Direttore Artistico Luca Verdone, un ospite dello spettacolo e il pubblico.


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Sagra degli gnocchi


A metà luglio


A metà luglio, dal giovedì alla domenica, la Proloco svolge la sagra degli gnocchi, che registra una grande affluenza


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Sagra del melone Cantalupo


agosto


Da qualche anno ad agosto si svolge la sagra del melone Cantalupo, con degustazioni, menù a base esclusivamente di melone, laboratori sull’uso del melone in cucina, cosmesi, ecc.


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A.R.T.E.R.I.E.


Primo giovedì di settembre


E’ una manifestazione che si svolge dal primo giovedì di settembre alla domenica successiva, per tutti i vicoli del centro storico, in cui artisti di strada (attori, cantanti, musicisti, giocolieri, ecc.) si esibiscono.


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Mangiare & Dormire

Capocroce

Trattoria, Pizzeria, Enoteca

Viale G. Verdi Piantata di Sopra Cantalupo in Sabina RI
389 253 9914
info@trattoriacapocroce.it

Cucina sabina e italiana; pizza a lievitazione naturale, di qualsiasi tipo; vasta scelta di vini,
distillati e birre

La Casina del Parco

Ristorante

Via Ternana, 52, 02040 Cantalupo In Sabina RI
0765 26291
3334542598
info@lacasinanelparco.it

Piatti ricercati di carne e pesce con prodotti freschi e di prima qualità

Le Ginestre

Ostello

Via Luigi Chierici n. snc
0765/514652

10 stanze con bagno, tra cui 1 per portatore di handicap, e climatizzatore, per 22 posti letto

Pizzatoma

Pizzeria Rosticceria Tavola calda

Piazza Garibaldi 11 Cantalupo in Sabina Ri
Andrea Tomassetti
3391419442
07651895256

Pizza al taglio, rosticceria, pollo, fritti, sfizi e tavola calda

Da Gustare

Olio d’oliva DOP

Il prodotto tipico della Sabina, noto fin dall’antichità, è l’oro del territorio sabino. L’olio della Sabina è stato il primo in Italia a fregiarsi del marchio DOP.

Melone Cantalupo

Il melone Cantalupo, noto in molti paesi esteri semplicemente come Cantalupo, sembra essere originario di Cantalupo in Sabina. Ne erano ghiotti molti Papi e sembra che la selezione dei semi sia stata fatta dai Carmelitani Scalzi, del Convento di San Biagio.

Maccaroni a cento

E’ un tipo di pasta senza uova, che consiste in un unico, lunghissimo bucatino, cotto nell’acqua senza spezzarlo e condito, generalmente, con un classico sugo di pomodori, lardo, pecorino piccante e peperoncino.

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