Borbona


  • Il borgo, con la sua storia, le sue tradizioni, il suo patrimonio culturale e le sue leggende, è una ricchezza inestimabile per la comunità


  • Altezza:


    760m s.l.m.

  • Superficie:


    47,96km²

  • Popolazione:


    ~603

La nostra storia


Accurati studi archeologici, condotti nei primi decenni del ‘900, hanno evidenziato come l’area fosse già abitata nel Neolitico e successivamente dai Sabini e dai Romani. In epoca preromana si presenteva come un concentramento di ‘ville’ agrarie sparse nel territorio.
La prima attestazione che riguarda Borbona compare nella bolla di Anastasio IV, del 1154, in cui la “plebem S. Crucis Burbona viene nominata come parrocchia. Ciò fa supporre che il nome fosse antecedentemente attribuito al villaggio preesistente, non vi è certezza. Alcuni lo legano al luogo dove fu edificata, ovvero un colle denominato Burbona; Filangieri ritiene che il toponimo possa derivare dal termine “bordo” u “Burbone” come citato in un atto della cancelleria degli Angioini» (tratto da Sviluppo storico del territorio a cura di Elisa Bitossi). Molte sono le informazioni che derivano dalle ricerche condotte dagli studiosi, alcune anche contrastanti, soprattutto quelle relative ai luoghi degli antichi insediamenti. Ciò ha convinto l’Amministrazione comunale, con il contributo della Fondazione Varrone, ad indagare più approfonditamente ricercando la collaborazione del CNR-ISPC , istituto che ha la competenza e gli strumenti idonei a verificare sul territorio le eventuali emergenze archeologiche esistenti.
Il paese, documentato anche nel 1292, fu sotto il dominio dell’Aquila, poi sotto quello del Viceré di Napoli e infine acquistato da Margherita d’Austria nel 1570 per completare il territorio donatole dal padre Carlo V che comprendeva il Ducato di Penne, Campli, Leonessa, Cittaducale, Montereale (che formarono in seguito i cosiddetti Stati Farnesiani d’Abruzzo di cui Penne era capitale), Castellammare di Stabia, Altamura e la Signoria di Roccaguglielma (situati nel Regno di Napoli).
Numerose sono le chiese disseminate sul territorio di Borbona, fra queste l’edificio di S. Anna, costruito, probabilmente, nella seconda metà del Quattrocento, nel borgo denominato “Lama”. Questo fu inizialmente sede di un semplice beneficio senza cura d’anime, unito, quasi subito, alla prestigiosa Confraternita della Misericordia, sita sulle pendici a est della Lama, oggi in restauro. Detta confraternita si occupava della sepoltura dei morti e dell’assistenza ai malati; gestiva il locale ospedale e un monte frumentario dove i poveri potevano chiedere in prestito del grano che restituivano, senza pagare gli interessi, dopo il nuovo raccolto. Nel 1616 si rafforza la presenza francescana nella zona con la fondazione del convento di S. Anna, edificato accanto alla chiesa, il cui chiostro dopo il 1650 Vincenzo Manenti e la sua bottega affrescano con le Storie della vita di San Francesco (2). L’attuale arredo della chiesa, gli altari, le immagini dei Santi che vi si venerano, rimandano alla cultura e alla spiritualità dell’Ordine francescano (3).
Oggi l’abitato del paese occupa la parte centro-settentrionale del territorio comunale ed è costituito da un nucleo originario, la Terra, in posizione elevata, e numerosi altri agglomerati urbani costituitisi dopo il terremoto del 1703 dagli insediamenti agricoli preesistenti e denominati: I Forti, il Centro storico (Il Colle della Piazza o Colle Pietrangeli e La Piazza), La Reota, Le Paghette (Pacette e S. Giuseppe), S. Giovanni, Venditto (Chennittu), Villa S. Angelo (La Villa) e Villa Tocchio (Chetocchio).


Borbona


E’ situato in un’ampia conca formata dal fiume Ratto, la cui valle si apre sulla sinistra dell’alto corso del Velino. Il paese, a 760 m s.l.m., circondato dalle grandi catene del Terminillo, della Laga, del Gran Sasso e dai loro contrafforti collinari, comprende le frazioni di Vallemare e Piedimordenti. L’ambiente collinare e montagnoso è popolato da querce, ippocastani e faggi. Tutto il comprensorio è ricco di sorgenti. Borbona conserva nelle sue chiese numerose opere d’arte e sono ancora oggi visibili sul suo territorio le tracce del suo passato millenario prima che la sua esistenza venisse documentata dalle fonti del 1292. Oggi l’abitato del paese occupa la parte centro-settentrionale del territorio comunale ed è costituito da un nucleo originario, la Terra, in posizione elevata, e numerosi altri agglomerati urbani costituitisi dopo il terremoto del 1703 dagli insediamenti agricoli preesistenti. Le attività economiche più rilevanti sono: allevamenti di bovini, suini, ovini, equini, agricoltura, legnami.

Alla scoperta dei rioni

Cosa vedere

Santuario di Santa Maria del Monte

Il Santuario di Santa Maria del Monte che guarda dall’alto la conca borbontina, si trova in una posizione isolata, sulla montagna antistante Borbona, immerso nel verde e nella quiete della natura. Situato a circa 1000 metri di altitudine, è collegato al paese con una strada asfaltata di 4 km circa.

La chiesa, di primo impianto sacro romano, conserva sull’altare una pregevole madonna in legno, di artefice aquilano. L’antico romitorio era tenuto nel XII secolo, da monaci benedettini vallombrosani.Della chiesa originaria si hanno notizie già in documenti del 1154, poi successivamente in altri del 1398, del 1438 e del 1586.

Sul lato destro della chiesa è presente il “Parco della Rimembranza”, un sacrario dedicato ai caduti delle due guerre mondiali.

Nell’antica chiesetta c’erano due altari. Quello maggiore era separato dal resto dell’edificio da una cancellata in legno. L’altare minore era probabilmente dedicato alla Visitazione della Vergine. Come si legge in una iscrizione posta sulla porta principale del santuario, l’attuale tempio fu eretto nel 1882 sulle rovine della vecchia chiesetta.
La statua della Madonna in terracotta, venerata sull’unico altare oggi esistente, rappresenta la Madonna che medita la Passione di Cristo, avendo in mano il libro della Scrittura e un fazzoletto per asciugare le lacrime.

A Santa Maria del Monte, considerata la regina del Paese, è dedicata la festa che si svolge la quarta domenica di Giugno. La statua della Madonna, conservata nella chiesa di Santa Maria Nuova nella piazza Martiri 4 Aprile in Borbona, viene portata in processione fino al santuario di Santa Maria del Monte, dove è celebrata la messa. Questa festa è un’occasione di incontro con gli abitanti dei paesi vicini dell’area aquilana e tutti insieme partecipano ad un grande picnic sotto la pineta che circonda il santuario.


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Il convento di S. Anna

Prima della riedificazione a opera dei Padri riformati di san Francesco nell’anno 1616, il complesso sacro era adibito a monastero di Clarisse: queste nate come Ordine secondario francescano, furono nel XV secolo introdotte nell’Ordine benedettino –data l’impossibilità per le monache di appartenere a un Ordine mendicante.
Il convento di S.Anna è stato edificato per l’ordine dei Francescani nel 1616.
Questo convento, che apparteneva alla provincia francescana dell’Aquila della chiesa di San Bernardino, conserva tutti gli stilemi dell’ordine francescano basati sulla semplicità l’umiltà, la gioia e il servizio nei confronti dei più deboli, uno stile di vita di grande valore morale, e l’edificio ancora oggi fa trasparire tali qualità ma alcune date per una breve sintesi storica sono necessarie per capire i travagli subiti nei secoli da questo bene. Nel febbraio del 1703 un violentissimo terremoto rade al suolo il paese di Borbona, si salvano soltanto il convento e due palazzi di epoca cinquecentesca. Anche la chiesa subisce danni e il suo odierno disallineamento delle navate molto probabilmente è dipeso dalle violentissime scosse subite.
Nel 1811 le soppressioni napoleoniche confiscano i beni religiosi e anche il convento segue questa sorte. Tutti i documenti relativi alla storia del convento vengono bruciati dai soldati che vi si accampano, per sfuggire ai forti rigori invernali.
Nel 1853 i frati acquisiscono di nuovo l’uso del convento. Soltanto questo convento e quello di Antrodoco vengono restituiti ai Francescani perché secondo un’ordinanza di papa Pio IX potevano essere riaperti i conventi gestiti da un minimo di 12 frati. Gli altri conventi della zona, pur importanti, come quello di Leonessa e di altri rimangono chiusi. Questo a testimonianza dell’importanza che rivestiva questo luogo per l’ordine.
Purtroppo questa riconquista dura pochi anni perché nel 1866 dopo l’unificazione d’Italia, la casa sabauda confisca molta parte dei beni ecclesiastici siti sul territorio italiano, fra cui questo convento.
Diventa poi carcere mandamentale dopo una breve convivenza fra Francescani e Carabinieri.

Oggi il Comune sta realizzando lavori per la sua manutenzione e gli studenti della Facoltà di Architettura di Roma TRE gli hanno dedicato un laboratorio di progettazione, coinvolgendo la comunità borbontina, per scoprire il suo migliore utilizzo futuro, ed in merito è stato pubblicato un volume dal titolo Progetto, memoria e futuro dei luoghi post-sisma: Prtoposte per il recuperodell’ex Convento di S. Anna a Borbona.


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Chiesa di Santa Restituta

A Santa Restituta, patrona di Borbona, culto condiviso con la città di Sora, che ne contende il primato e la differente agiografia, è dedicata una piccola chiesa di altura, decentrata rispetto all’abitato della Terra.
La chiesa si presente ridimensionata, ridotta a metà della sua originaria lunghezza, probabilmente a causa del terremoto che devastò la zona agli inizi del XVIII secolo; la parte non ricostruita fu in seguito adibita a cimiterino.
Il modesto edificio religioso fu costruito inglobando la metà di una torre di avvistamento -trasformata in zona absidale- posta lungo una strada tardo-romana, il cui tracciato è ancora visibile nelle vicinanze. La primaria costruzione era a impianto basilicale con cripta e resti della sua edificazione sono stati rinvenuti durante i lavori di restauro di qualche anno fa: conci di finestra provvista di grata e una porzione di fonte battesimale di impronta preromanica. L’originaria assenza di campanile e di campane, riporta la fondazione della chiesa all’ambito della spiritualità cristiano-orientale: bizantina. Al suo interno la parete di fondo, intorno all’abside fu decorata, da un artista del luogo, con vari affreschi cinquecenteschi di personaggi santi e a destra spicca una Crocifissione con dolenti del medesimo periodo in cui il paesaggio intorno alla croce ricorda la collina posta alle spalle della chiesa e identificabile con il colle ella Croce; in basso a destra del dipinto è notabile un gruppo di alberi che identifica ancora oggi il luogo dove sgorga acqua sorgiva. Possiamo considerare l’edificio sacro di Santa Restituta come antesignano del complesso monasteriale di S. Anna della Terra.


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Santa Croce alla pineta

Santa Croce alla pineta fa parte delle 4 Chiese, che poste lungo i sentieri che da Borbona si irradiano verso i monti, formano una croce che rappresenta un elevato valore nella struttura cognitiva del paesaggio.
Le chiese sono: Santa Maria del Monte (sud); Santa Restituta (ovest); San Michele Arcangelo (Est) e Santa Croce alla pineta (nord).
Per arrivare alla chiesetta ci si inerpica dentro una pineta che dalla strada di Posta bivio per Borbona, attraversando i Colli della Croce (890m) porta alla chiesetta di Santa Croce (899m).
Poco distante i resti del Castello di Machilone (o Machialone), eretto intorno all’anno mille per ordine di re Carlo D’Angiò come fortificazione a presidio del crocevia dove confluiscono quattro importanti valli che sfociano verso Roma, Spoleto, Ascoli e L’Aquila.
La zona era ritenuta strategicamente molto importante e il castello fu affidato ai signori di Machilone. Il feudo di Machilone divenne presto ricchissimo, potentissimo e indipendente, tanto da essere citato al pari di quello di Rieti e Amiterno (L’Aquila).
Un così potente feudo su una terra di passaggio che dominava una vasta zona dava fastidio agli Aquilani che volevano espandere la loro supremazia.
Quindi, nel 1294, il castello e tutti i villaggi appartenenti al feudo, già indeboliti da un terribile terremoto, vennero presi d’assedio dagli Aquilani e rasi al suolo. Gli Aquilani imposero che sul colle dove sorgeva il castello non venisse più eretta nessuna fortificazione né abitato.
Questa fu la malinconica fine di un potente castello e di un grande feudo.


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La croce processionale di Borbona

Si conserva in Borbona un prestigioso esempio di arte orafa: la croce processionale, databile al 1320-1330 c. Di grandi dimensioni, cm 115×70, sbalzata a fuoco in lamina d’argento dorato e decorata da smalti traslucidi è attribuita ad un raffinato artista toscano Andrea di Jacopo d’Ognabene (notizie 1284-1320). L’opera faceva parte di un gruppo di grandi croci processionali distribuite nei santuari lungo il confine del Regno angioino. Uno di questi santuari era la pieve medioevale di Santa Croce in Burbone

Dal 1974 è stata esposta nel Museo del Tesoro del Duomo di Rieti, ma oggi è tornata definitivamente a Borbona, in S. Maria Assunta, e i Borbontini la portano in processione tutte le prime domeniche di settembre per la Festa della Natività di Maria.
Una lunga indagine (G.G. 1984-96) ha permesso di chiarire molte cose a proposito della sua storia, del suo significato e del suo autore.

L’analisi stilistica (che resta in attesa di un riscontro anche documentario) permette di attribuire la croce ad un importante orefice toscano, Andrea di Jacopo d’Ognabene (notizie 1284-1320), attivo nell’ambito culturale di Roberto d’Angiò che alla corte di Napoli aveva raccolto artefici provenienti da tutta l’Europa.

Anche se i restauri del passato hanno gravemente alterato la Crocefissione sul verso, la croce conserva ancora integra tutta la sua suggestiva bellezza. La sua complessa iconografia rispecchia i grandi temi religiosi coinvolti nel drammatico conflitto che divide nei primi decenni del Trecento i francescani Spirituali dalla Curia trasferita ad Avignone: la Trinità e il primato dello Spirito Santo.


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La Biblioteca di Borbona

La Biblioteca di Borbona, antico istituto culturale del paese, è stata chiusa nel 1973 a causa di lavori da effettuare sull’edificio, e riaperta poi con più moderni arredi alla fine del 1992.

Conserva 15.000 pubblicazioni fra monografie, periodici e prodotti multimediali. Molto ricche la Sezione Ragazzi, che dispone di una sala propria di consultazione, la Sezione di Narativa Contemporanea, oltre ad un Settore dedicato alle pubblicazioni sul patrimonio culturale e l’ambiente locali.


Conserva anche la raccolta completa del periodico RM Borbona (poi: RM Centro Italia), rilegata per annate, che racconta i fatti del territorio nei 25 anni di attività.

La biblioteca è depositaria, inoltre, del materiale riguardante il Concorso di poesia “Sabatino Circi”. Le poesie dei partecipanti al Concorso sono raccolte in volumi rilegati per le prime edizioni promosse dall’Associazione Pro Loco e, in seguito, dall’Ass. Culturale Sabatino Circi con il Gruppo Alpini di Borbona. Gli originali delle poesie partecipanti alle ultime edizioni, prima della cessazione del concorso, sono invece conservati in faldoni, divisi per annate.

La biblioteca sta procedendo all’inserimento del proprio catalogo nel Sistema del Polo Bibliotecario Lazio1; ciò permette di confluire nel catalogo bibliografico nazionale: indice aperto per la ricerca, in Internet, di pubblicazioni presenti nelle biblioteche italiane (OPAC-SBN).

La Biblioteca svolge un servizio didattico alle scuole presenti sul territorio con incontri organizzati con le insegnanti e attività di promozione alla lettura ad alta voce con l’evento organizzato ogni anno, in ottobre dal titolo “Da mezzogiorno a mezzanotte: maratona di lettura”.


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I sentieri

Nel territorio del Comune di Borbona esiste una fitta rete, ancora riconoscibile, di strade comunali e vicinali. Anche i sentieri costituiscono una fitta trama che connettono il paese alle aree montuose che lo circondano. Questa definizione delle infrastrutture di paesaggio si è costituita fin dal basso Medioevo quando si verificò la necessità di sfruttare tutte le aree della Valle e del territorio, dalla pianura alla montagna nella sua fascia bassa ed intermedia riservando quelle sommitali al pascolo di altura. La rete di tracce e sentieri che innervano il territorio montuoso possono costituire una importante infrastruttura per una ospitalità attiva rivolta ad ogni fascia di età, compresi gli anziani.


Lungo questa rete sono dislocati numerosissimi casali e fabbricati rurali, un tempo adibiti a supportare la conduzione agricola o silvo-pastorale, nonchè diversi fontanili.

Quest’anno grazie alle risorse finanziarie messe a disposizione dalla Pro-Loco Borbona sono state realizzate opere di manutenzione e di segnaletica al fine di poter rendere fruibili alcuni sentieri naturalistici montani a piedi, in mountain bike e a cavallo.


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Le frazioni

Il Comune di Borbona comprende due frazioni: Piedimordenti, borgata agricola collocata a 786 m s.l.m. sulla sommità di una collina, distante 5,4 Km dal Comune e Vallemare, paese montano che dista 3,61 Km da Borbona ed è a 1018 metri s.l.m..


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Eventi

Festa patronale di Santa Restituta


IV domenica di maggio


I festeggiamenti in onore di Santa Restituta si svolgono la IV domenica di maggio (quella più prossima al 27 maggio). Una processione con la statua che rappresenta la Santa parte dalla Chiesa di Sant’Anna situata in loc. La Lama e raggiunge, con una lunga passeggiata sul sentiero del Piano della Castagna, la Chiesa a lei dedicata. Qui viene celebrata la Messa al termine della quale avviene la “benedizione delle rose”, poi distribuite ai presenti. Tale tradizione è la memoria di un miracolo avvenuto a Sora (cittadina della quale Santa Restituta è Patrona). Intorno a tale data è tradizione mettere a dimora i famosi fagioli di Borbona.


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Festa di Santa Maria del Monte


IV domenica di giugno


Altra festa di grande importanza è quella dedicata a Santa Maria del Monte, regina del Paese, che si svolge la quarta domenica di Giugno.
I festeggiamenti iniziano la domenica precedente, con la processione che accompagna la statua dal santuario al paese, dove rimarrà l’intera settimana in una chiesa (alternativamente, un anno nella parrocchiale di S. Croce alla Lama e un anno nella Chiesa di S. Maria Assunta situata nella piazza Martiri 4 Aprile). La processione fa il giro di tutti i rioni, con la banda al seguito.
La domenica successiva la statua della Madonna viene portata in processione fino al santuario di Santa Maria del Monte (c. 1000 mt s.l.m.), dove è celebrata la messa. La Banda di Borbona accompagna la processione fino all’arrivo della Madonna al Santuario.
Il Santuario di S. Maria del Monte è situato a circa 1000 metri di altitudine e dista 4 km dal paese; è circondato da ampie radure e da un’imponente pineta. Questa festa è un’occasione di incontro con gli abitanti dei paesi vicini e tutti insieme partecipano ad un grande picnic sotto la pineta che circonda il santuario.
I festeggiamenti civili iniziano la sera precedente, con uno spettacolo in piazza. La domenica sera la festa continua con canti, balli e fuochi d’artificio. Chiude la festa il ballo della “pupazza“.


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Festival Regionale di Canto a Braccio


Settembre


Il canto a braccio è un aspetto tipico della società contadina. La vita contadina, specialmente quella vissuta tra le montagne d’Abruzzo dove Borbona si trova, pur essendo spesso segnata da stenti e sacrifici non mancava di momenti lieti, celebrati dai poeti a braccio in ottava rima nelle aie, nelle osterie, nelle feste. Predominava il genere satirico, ma non mancava quello serio. I temi erano svariati: religioso, familiare, amoroso, burlesco, sociale, di cronaca, di politica e di natura.
Per rendere più divertenti le tenzoni poetiche i temi venivano trattati, come è uso dire, a contrasto: suocera-nuora, padre-figlio, montagna-pianura, mare-cielo, prete-contadino, pastore-impiegato, quiete-tempesta, ecc. Non mancavano i temi dei romanzi cavallereschi ed epici e nel tascapane dei pastori era sempre presente almeno uno dei poemi epici (Tasso, Ariosto, Boiardo, Dante, Omero ed altri).
L’ottava rima incatenata era la tecnica più usata. La bravura del poeta, il cui scopo era quello di mettere in difficoltà l’avversario, suscitando l’ilarità degli astanti, consisteva nel chiudere l’ottava con una rima molto difficile: chi seguiva doveva oltre che rispettare il tema, iniziare con un verso che aveva la stessa rima, questo per incatenare l’ottava.
A Borbona il periodo più fiorente del canto a braccio è stato quello che va dal 1850 al 1950. L’esaurirsi delle condizioni della cultura contadina ha segnato anche la fine di quella tradizione per rinnovare la quale il Comune di Borbona – Assessorato alla Cultura ha organizzato il “Festival Regionale di Canto a Braccio” che ha luogo a Borbona in settembre.


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Sagra del Fagiolo Borbontino


Ottobre


Ogni anno a Borbona nel mese di Ottobre si svolge la “Sagra del Fagiolo Borbontino” (terza Domenica del mese).
La manifestazione è organizzata dalla Pro-Loco Borbona con il patrocinio del Comune di Borbona, della Comunità Montana del Velino e dell’Ente Provinciale per il Turismo di Rieti. Tradizione, folclore e gastronomia si mescolano in una giornata dove non c’è spazio per la noia e il divertimento è assicurato.
Le caratteristiche del fagiolo borbontino sono quelle tipiche del fagiolo borlotto che è il tipo di fagiolo che viene prevalentemente coltivato a Borbona, fermo restando che alcuni coltivatori a volte piantano anche altri tipi di fagiolo in base ai loro gusti o alle loro esigenze. Il Fagiolo Borbontino ha, comunque, rispetto al fagiolo tradizionale una qualità in più oltre al gusto e al sapore che solo un vegetale coltivato ancora con i metodi antichi può avere, e cioè quella di avere la buccia molto sottile ed è quindi più delicato e più facilmente digeribile. Questa caratteristica organolettica ne fa un prodotto di alta qualità apprezzato da un sempre maggiore numero di consumatori. La produzione annua totale si aggira su circa 15 quintali, con oscillazioni in più o in meno, dovuti all’andamento favorevole o sfavorevole della stagione produttiva. La sagra è il momento culminante del ciclo di produzione del fagiolo che ha inizio con la messa in dimora nella seconda metà di maggio dopo opportuna lavorazione del terreno. Tradizionalmente, in forma beneaugurante, la semina avviene in prossimità del giorno dedicato a Santa Restituta (27 maggio) Patrona del paese.
Nel 2002 il Ministero delle Politiche Agricole ha inserito il Fagiolo Borbontino tra i prodotti di alto valore tradizionale.


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Paese Natale


Festività Natalizie


18 anni fa si decise di realizzare un presepe artigianale adoperando tutte le capacità creative dei nostri concittadini. Il risultato fu entusiasmante, in molti lavorarono per poter raccontare un pezzo di storia o di tradizione. È in questo modo che è nato “paese natale”. Il presepe per noi rappresenta il nostro paese in miniatura ove intorno alla natività si raccontano le arti e i mestieri dei nostri padri. Nel corso di questi anni è stato ampliato ed arricchito. Si caratterizza per essere ogni anno realizzato in modo diverso ed essere visitato al suo interno come una passeggiata fatta nel paese riconoscendo via via i suoi luoghi. Si realizza nella piazza centrale di Borbona ed occupa c. 150 mq, da li parte ogni attività e li si conclude ogni festa.
“Paese Natale” dall’edizione 2019, su richiesta del Vescovo di Rieti, è stato inserito nel percorso della Valle del primo Presepe, iniziativa che viene portata avanti da due anni dalla Diocesi di Rieti, ispirandosi al primo Presepe al mondo realizzato da S. Francesco a Greccio.
Il circuito dei presepi, inseriti in tale progetto, già dall’anno scorso ha avuto un totale di 40.000 visitatori. Il nostro presepe, si caratterizza, oltre per quanto già descritto, per essere ogni anno realizzato in modo diverso ed essere visitato al suo interno come fosse una passeggiata attraverso i rioni del paese. Proprio per questa caratteristica è stata posta grande attenzione alle problematiche dei diversamente abili, realizzando percorsi adatti a chi ha problemi di deambulazione.


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Mangiare & Dormire

Fabrizio Pennese

Affitto turistico

Loc. Prata di Cagno
338 7601857

Rifugio montano 4 posti letto

Pizza in piazza

Pizzeria

Piazza Martiri 4 Aprile, 15 Chiuso martedì
3669717449

Pizza, fritti e tutte le specialità della Birra la Monna

Ristorante Il Nido - Hotel Il Nido

Ristorante - Hotel

Via del Mulino, 20
0746 940190

Cucina tipica tradizionale e Pizza
Hotel - 8 camere

Trattoria Fonteviva

Trattoria

Via Luigi Troiani, 5
0746 1730371

Cucina tipica tradizionale e Pizza

Villa Pia

B&B

Via Fonteviva, 10
0746 1730371

5 camere

Da Gustare

Fagiolo borbontino

Il fagiolo borbontino, sottoposto ad analisi qualitativa, ha ricevuto il riconoscimento di qualità del marchio De.Co.

La farina di grano biancola

La farina di grano biancola, un grano coltivato con le sementi e il metodo antichi

La salsiccia di ‘ncoja

La ricotta e il pecorino

La ricotta e il pecorino dei numerosi allevamenti di ovini e caprini

Pizza di pasqua con canditi e uva passa

INGREDIENTI:
9 uova
½ kg di pasta lievita
400 g di zucchero
3 hg di strutto
1,5 hg di canditi
1 spremuta di arancia
½ bicchiere di rum
100 g di uva passa
Un pizzico di sale
Un pizzico di cannella
2 bustine di vanillina
Farina quella che richiede l’impasto che deve rimanere morbido.

PROCEDIMENTO:
In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero aggiungere tutti gli altri ingredienti per ultimo l’inserimento del lievito, bisogna ottenere un impasto morbido.
Si lascia lievitare tutta la notte
Al mattino si dispone l’impasto negli stampi e si lascia lievitare fino a che la pizza sia ricresciuta.
Si cuoce a forno 150° per un’ora
Si può decorare la pizza con la glassa di zucchero e cospargere con degli zuccherini colorati.

Pasta e Fagioli alla Borbontina

Ecco la ricetta per la Pasta e Fagioli alla Borbontina con Maria Vittoria
video ricetta

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