Varco Sabino
Altezza:
742m s.l.m.
Superficie:
24,75km²
Popolazione:
~172
La nostra storia
Il paese fu costruito nel XV secolo dagli abitanti del vicino paese di Mirandella che era stato completamente distrutto da un violento terremoto.
La fondazione di Varco, attestata per la prima volta in un registro di chiese dipendenti dal monastero di s. Salvatore Maggiore redatto nel 1252. Nell'elenco dei castelli e dei villaggi usurpati a s. Salvatore agli inizi del Trecento con la forza dai de Romania non compare Varco, anche se questo fatto non è risolutivo. L'etimologia del toponimo viene così spiegata dal Palmieri «il nome l'acquistò dal rimanere sotto sporgenti rupi, che sono incatenate tutte, ed il capo di tal catena lo ritiene in mano la piccola statua di S. Michele Arcangelo, che rimane in una nicchia o grotticella», anche se il toponimo, molto diffuso, sembra invece far riferimento alla collocazione geografica dell'insediamento nel senso di «valico». Al momento della completa riorganizzazione dello stato della Chiesa nel 1817, Varco, con 362 abitanti, fu appodiato di Castelvecchio ed inserito nel governatorato di Roccasinibalda. Successivamente divenne comune. Nel 1853 aveva 404 anime che formavano 86 famiglie, abitanti in sole 73 case. Le famiglie preminenti erano i Caprioli, i Battisti e i Manelli. La chiesa parrocchiale, priva d'organo, era dedicata a s. Girolamo. Attività principale era la lavorazione del legno alla quale attendevano ben 14 bottai. Presenti anche un sarto, uno scalpellino, una bottega di ferri lavorati ed una piccola spezieria. La piccola piazza del villaggio serviva per la trita del grano.
La fondazione di Varco, attestata per la prima volta in un registro di chiese dipendenti dal monastero di s. Salvatore Maggiore redatto nel 1252. Nell'elenco dei castelli e dei villaggi usurpati a s. Salvatore agli inizi del Trecento con la forza dai de Romania non compare Varco, anche se questo fatto non è risolutivo. L'etimologia del toponimo viene così spiegata dal Palmieri «il nome l'acquistò dal rimanere sotto sporgenti rupi, che sono incatenate tutte, ed il capo di tal catena lo ritiene in mano la piccola statua di S. Michele Arcangelo, che rimane in una nicchia o grotticella», anche se il toponimo, molto diffuso, sembra invece far riferimento alla collocazione geografica dell'insediamento nel senso di «valico». Al momento della completa riorganizzazione dello stato della Chiesa nel 1817, Varco, con 362 abitanti, fu appodiato di Castelvecchio ed inserito nel governatorato di Roccasinibalda. Successivamente divenne comune. Nel 1853 aveva 404 anime che formavano 86 famiglie, abitanti in sole 73 case. Le famiglie preminenti erano i Caprioli, i Battisti e i Manelli. La chiesa parrocchiale, priva d'organo, era dedicata a s. Girolamo. Attività principale era la lavorazione del legno alla quale attendevano ben 14 bottai. Presenti anche un sarto, uno scalpellino, una bottega di ferri lavorati ed una piccola spezieria. La piccola piazza del villaggio serviva per la trita del grano.
Varco Sabino
Il Comune di Varco Sabino, immerso nel verde incontaminato dei suoi paesaggi e racchiuso fra le sponde ovest del Lago del Salto ed il Monte Navegna.
Sede della Riserva Naturale Regionale Monti Navegna e Cervia.
Sede della Riserva Naturale Regionale Monti Navegna e Cervia.