Posta
Altezza:
721m s.l.m.
Superficie:
66,01km²
Popolazione:
~611
La nostra storia
Durante l’Impero Romano era una mansio collocata alla fine delle impervie Gole del Velino lungo la Via Salaria.
Nel medioevo la zona, sotto il Regno di Napoli, era controllata dai Signori di Machilone il cui castello, a capo dell’omonimo feudo, sorgeva su un colle a dominio dell’importante crocevia di strade Roma-Ascoli e L’Aquila-Ducato di Spoleto. Se ne hanno notizie sin dal XII secolo ed era importante e ricco tanto da essere citato al pari di Rieti e Amiterno.
Nel 1294, indebolito da un terribile sisma, venne preso d'assedio e distrutto dagli Aquilani, assieme a tutto il feudo.
Nel 1298 Re Carlo II concesse agli scampati la possibilità di erigere un nuovo centro sul colle di fronte a quello del castello, attorno al Convento di San Francesco.
Quel luogo era detto "l'Apposta", poiché vi era l’appostamento per riscuotere i pedaggi e i dazi. Da qui, l’origine del nome del nuovo abitato. Tale preciso luogo, oggi chiamato “Porta della Gabella” è ancora esistente e motivo di visite turistiche.
Il paese si estese poi fino alla sottostante Via Salaria, dove già esisteva la chiesa di S.Felice edificata per il primo giubileo della storia.
Nel 1331 al paese fu concesso, da Re Roberto, l'attributo di Posta Reale che ne ricordava la mansione e l'appartenenza al demanio regio.
Nel XIV secolo Posta fu teatro delle lotte tra guelfi, con la potente famiglia dei Camponeschi, e ghibellini della città dell'Aquila e in fine parteggiò per il Papato contro il Regno di Napoli.
Nel 1572 il feudo fu acquistato dall'arciduchessa Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, che in seconde nozze sposò Alessandro Farnese.
Il 2 febbraio 1703 Posta fu distrutta dal violentissimo sisma che sconvolse l'Italia intera.
Divenne poi feudo della corte napoletana fino all'abrogazione dell'istituto feudale.
Nel 1798 gli Apositani si ribellarono eroicamente all'occupazione francese e, con l'aiuto delle genti limitrofe, obbligarono gli invasori alla ritirata.
Il 2 agosto 1806, sotto il governo murattiano, Posta divenne libero comune e sede di Pretura.
Con la Restaurazione del 1817 subì nuovamente il dominio borbonico sino al 1860, data del suo ingresso nel Regno d'Italia; appartenne alla provincia dell'Aquila fino al 1927.
Nel medioevo la zona, sotto il Regno di Napoli, era controllata dai Signori di Machilone il cui castello, a capo dell’omonimo feudo, sorgeva su un colle a dominio dell’importante crocevia di strade Roma-Ascoli e L’Aquila-Ducato di Spoleto. Se ne hanno notizie sin dal XII secolo ed era importante e ricco tanto da essere citato al pari di Rieti e Amiterno.
Nel 1294, indebolito da un terribile sisma, venne preso d'assedio e distrutto dagli Aquilani, assieme a tutto il feudo.
Nel 1298 Re Carlo II concesse agli scampati la possibilità di erigere un nuovo centro sul colle di fronte a quello del castello, attorno al Convento di San Francesco.
Quel luogo era detto "l'Apposta", poiché vi era l’appostamento per riscuotere i pedaggi e i dazi. Da qui, l’origine del nome del nuovo abitato. Tale preciso luogo, oggi chiamato “Porta della Gabella” è ancora esistente e motivo di visite turistiche.
Il paese si estese poi fino alla sottostante Via Salaria, dove già esisteva la chiesa di S.Felice edificata per il primo giubileo della storia.
Nel 1331 al paese fu concesso, da Re Roberto, l'attributo di Posta Reale che ne ricordava la mansione e l'appartenenza al demanio regio.
Nel XIV secolo Posta fu teatro delle lotte tra guelfi, con la potente famiglia dei Camponeschi, e ghibellini della città dell'Aquila e in fine parteggiò per il Papato contro il Regno di Napoli.
Nel 1572 il feudo fu acquistato dall'arciduchessa Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, che in seconde nozze sposò Alessandro Farnese.
Il 2 febbraio 1703 Posta fu distrutta dal violentissimo sisma che sconvolse l'Italia intera.
Divenne poi feudo della corte napoletana fino all'abrogazione dell'istituto feudale.
Nel 1798 gli Apositani si ribellarono eroicamente all'occupazione francese e, con l'aiuto delle genti limitrofe, obbligarono gli invasori alla ritirata.
Il 2 agosto 1806, sotto il governo murattiano, Posta divenne libero comune e sede di Pretura.
Con la Restaurazione del 1817 subì nuovamente il dominio borbonico sino al 1860, data del suo ingresso nel Regno d'Italia; appartenne alla provincia dell'Aquila fino al 1927.
Posta
Il territorio esclusivamente montuoso, situato alle pendici del Monte Terminillo, va dai 557 metri s.l.m. fino a 2081.
La montagna è meta di escursionismo grazie a vette come il Monte Cambio (2081m), Monte Elefante (2015m), Monte Cavallo (1653m), Monte Cerasa (1553m) e a gole uniche per ambiente e biodiversità come la Valle Scura.
Il fiume Velino scava imponenti forre che danno vita alle suggestive Gole del Velino.
Il capoluogo è un tipico centro medioevale arroccato su di un colle, circondato da mura e solcato da stretti vicoli. Il paese si estende alla parte bassa percorsa dalla Antica Via Salaria di cui si rinvengono numerosi reperti.
Le frazioni sono spesso micro agglomerati disseminati sul territorio, con piccole caratteristiche piazzette e chiesette centro della vita religiosa: Bacugno, Cerqua, Favischio, Figino, Fontarello, Laculo, Picciame, Sigillo, Steccato, Villa Camponeschi.
Le principali attività sono allevamento e agricoltura che danno prodotti locali caserecci e genuini.
L’economia vive anche di turismo con attrazioni paesaggistiche e naturali che sono meta di escursionismo di ogni livello.
Grande rilevanza ha il settore ristorativo che propone una gustosa cucina tipica locale.
La montagna è meta di escursionismo grazie a vette come il Monte Cambio (2081m), Monte Elefante (2015m), Monte Cavallo (1653m), Monte Cerasa (1553m) e a gole uniche per ambiente e biodiversità come la Valle Scura.
Il fiume Velino scava imponenti forre che danno vita alle suggestive Gole del Velino.
Il capoluogo è un tipico centro medioevale arroccato su di un colle, circondato da mura e solcato da stretti vicoli. Il paese si estende alla parte bassa percorsa dalla Antica Via Salaria di cui si rinvengono numerosi reperti.
Le frazioni sono spesso micro agglomerati disseminati sul territorio, con piccole caratteristiche piazzette e chiesette centro della vita religiosa: Bacugno, Cerqua, Favischio, Figino, Fontarello, Laculo, Picciame, Sigillo, Steccato, Villa Camponeschi.
Le principali attività sono allevamento e agricoltura che danno prodotti locali caserecci e genuini.
L’economia vive anche di turismo con attrazioni paesaggistiche e naturali che sono meta di escursionismo di ogni livello.
Grande rilevanza ha il settore ristorativo che propone una gustosa cucina tipica locale.